Casi di successo

I manager si raccontano – Laura Vescovo

Posted by Gabriella Valeri in Blog, Casi di successo, Casi di successo

Con Obiettivo50 si può anche entrare nel CDA di una Onlus: il racconto di un percorso manageriale alternativo, nel volontariato, nominata dal Comune di Milano consigliera in un ente partecipato. Il Comune di Milano, come ogni comune di certe dimensioni, possiede partecipazioni in alcuni enti, su cui esercita una forma di controllo inserendo  suoi rappresentanti negli organi di governo degli enti stessi, nominandoli attraverso bandi rivolti alla società civile. Gli enti partecipati sono i più vari: le aziende municipalizzate, certo, ma anche, ad esempio, la Scala, il Policlinico, il Pio Albergo Trivulzio, la SEA, le scuole civiche ed altri ancora. Per concorrere alla selezione dei rappresentanti del Comune non è possibile autocandidarsi ma occorre, ad esempio, far parte di una associazione di volontariato o assimilata, come Obiettivo50. E così, all’inizio del 2020, a Gianfranco Antonioli, Presidente di Obiettivo50, viene in mente di candidarmi come consigliera presso la Fondazione Casa di Riposo Prandoni di Torno (CO). Ciò in considerazione anche del mio ruolo di consigliera della Fondazione Biffi RSA di Milano, di cui Antonioli stesso è presidente, e della mia decennale militanza come volontaria e presidente dell’AVO Milano (Associazione Volontari Ospedalieri). A fine luglio mi telefona la responsabile dell’Ufficio Nomine del Gabinetto del Sindaco: ero stata nominata! Inizia così un’esperienza nuova e interessantissima. Lontana dal mondo del business e delle imprese con cui ho familiarità (una vita con responsabilità manageriali nei settori marketing commerciale, dapprima di un grande gruppo informatico e poi di un grande gruppo bancario); ma un’esperienza nella quale riversare comunque le mie competenze manageriali ricevendone in cambio un arricchimento professionale e personale di grande valore. Mi avvicino al mondo delle Fondazioni e studio la vita e le opere della fondatrice Pia Prandoni che nel 1954 lascia tutti i suoi beni alla Fondazione con lo scopo di assistere e ospitare, presso la villa di famiglia sul lago di Como, le signorine over55 che sono state impiegate bancarie (attività della famiglia), preferibilmente originarie dei comuni di Torno, di Milano, residenza dei Prandoni, e di Luino, città natale del padre Cesare. Col tempo l’iniziativa ha allargato i suoi orizzonti e oggi la casa di riposo ospita anche uomini senza limiti né di territorio né di attività. Ma che cosa c’entra il Comune di Milano? Pia Prandoni aveva scritto nello statuto della Fondazione che uno dei cinque consiglieri doveva essere nominato dal sindaco di Milano. Ed eccomi qua. I miei obblighi verso il…

Le aziende raccontano – Martella Srl, dall’elettronica industriale al CoviTag, il “distanziatore sociale” a infrarossi

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Martella, una PMI di Legnano, brevetta un prodotto di elettronica avanzata per il tempo del Covid L’hanno battezzato COVITAG e l’hanno brevettato. E il marchio reca, al posto della “O”, l’inconfondibile immagine del Coronavirus, resa ormai familiare (purtroppo) da web, TV e stampa. È il distanziatore  a tecnologia infrarossi, indossabile, ideato e prodotto da una agguerrita PMI di Legnano (MI), la Martella s.r.l., specializzata in elettronica industriale: uno strumento essenziale per garantire in tempi di Covid il corretto distanziamento sociale tra persone munite del dispositivo. E – affermano i suoi progettisti – unico nel suo genere sul mercato, grazie alla tecnologia impiegata. Tra i protagonisti di questa avventura c’è il nostro socio Marco Faita, il quale ha sviluppato numerose esperienze di successo nel guidare le PMI sul cammino verso l’innovazione, uno dei pochi porti, se non l’unico, cui approdare se si vuole continuare a competere vittoriosamente anche in tempi di post-Covid. Il suo supporto non riguarda solo gli aspetti tecnologici, ma anche e soprattutto il cambiamento di atteggiamento che l’impresa deve avere verso il nuovo. E così è stato anche nel caso Martella.  CoviTag, come funziona Tornando al CoviTag, il segreto del prodotto è nell’architettura sistemistica basata su una piattaforma tecnologica del tutto innovativa, che consente di realizzare prodotti decisamente avanzati rispetto ad altre soluzioni sul mercato, basate su tecnologie Bluetooth o Banda Ultralarga, le quali sono soggette a instabilità e forniscono quindi rilevazioni non sempre affidabili. CoviTag informa l’utente attraverso un segnale (suono, luce o vibrazione, a scelta) in caso di superamento della soglia di sicurezza, programmabile entro 1 o 3 metri, rispetto ad altri dispositivi CoviTag. Questi dialogano fra loro costantemente con un protocollo proprietario tramite il segnale infrarosso che crea intorno alla persona una vera e propria bolla sensibile al segnale degli altri CoviTag. Non servono app e non servono infrastrutture esterne. Il rischio di rilevazioni scorrette, il fenomeno dei cosiddetti falsi positivi, con CoviTag è annullato. I tecnici spiegano infatti che l’infrarosso, quando trova un ostacolo, ad esempio pareti divisorie negli ambienti di lavoro o scaffalature di supermercati e magazzini, si arresta senza oltrepassarlo, proprio come fa il virus, al contrario di sistemi basati su altre tecnologie che possono generare così risultati ingannevoli. Infine CoviTag non interferisce con altri sistemi presenti negli ambienti interessati e non è basato su radiofrequenze: quindi è particolarmente indicato, oltre che per strutture industriali e uffici, anche per ambienti come ospedali,…

I manager si raccontano – Emilio Sassone Corsi

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Obiettivo50: uno stimolo ad andare avanti con successo per nuove strade Napoletano, classe 1955, laurea in Fisica; dopo una trentennale carriera manageriale, in Italia e all’estero,  nella gestione di sistemi informatici per grandi clienti, terminata nel 2008, mi sono trovato a decidere una svolta professionale, che ha determinato tutto il resto della mia carriera fino ad oggi: ho costituito  una società di consulenza di innovazione e di scouting di tecnologie innovative, la Management Innovation (MAIN – http://managementinnovation.it), cui poi si sono associati dal 2018 alcuni partner. A ciò hanno contribuito sia la mia naturale curiosità nei confronti delle nuove tecnologie, sia l’attitudine alla sfida imprenditoriale. Preziosi sono stati, anche nello svolgimento della nuova attività, gli stimoli emersi dal confronto con i tanti soci manager incontrati in Obiettivo50. L’esperienza in associazione mi è servita per crescere professionalmente in un settore dove non mi sentivo completamente attrezzato dal punto di vista culturale. Così pure, di grande aiuto sono state le attività di formazione organizzate da Obiettivo50 Academy, in particolare, per quanto mi riguarda, sul tema start-up. Ho maturato così una nuova significativa esperienza cooperando con strutture di ricerca e università in Italia e in Europa e lavorando per diverse grandi aziende. Dopo la svolta professionale… da cosa nasce cosa Nel 2015 ho costituito la società Green Energy Storage , con sede in Trentino (http://www.greenenergystorage.eu),a seguito dell’acquisizione per l’Europa di un brevetto Harvard University per la realizzazione di batterie organiche a flusso, un sistema di accumulo di grandi capacità di energia elettrica, usato principalmente in abbinamento con fonti rinnovabili come l’eolica e il solare, che garantisce una maggiore flessibilità e un migliore bilanciamento delle reti di distribuzione. Il relativo mercato si stima varrà globalmente circa 34 mld dollari entro il 2023. La società ha acquisito due progetti di ricerca, uno con la Provincia di Trento e uno con la Commissione Europea, con i quali sta realizzando lo scale-up,cioè l’evoluzione verso una struttura industriale con un preciso business plan. Dopo una prima batteria sperimentale fornita ad una Utility svizzera,l’ingresso nel mercato è previsto a partire dal 2020. La società, di cui MAIN è socia al 5% (gli altri soci sono Family Offices e privati che hanno acquisito quote in crowdfunding), ha oggi un valore stimato in 18 mln euro. Nel 2016 ho individuato nuove opportunità in un brevetto dell’Università di Milano Bicocca relativo a “Luminescent Solar Concentrator”, concretizzatosi poi in uno spin-off, e su…

Le aziende raccontano – MaGyc S.r.l., quando tecnologia e innovazione approcciano i mercati internazionali

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Prosegue con questo articolo la serie di testimonianze delle aziende che hanno usufruito con successo della collaborazione dei soci di Obiettivo50. L’ing Marco Tatti, responsabile di MaGyc, ci racconta della positiva esperienza nel processo di internazionalizzazione della sua azienda supportato da Gianfranco Antonioli, socio e presidente di Obiettivo50, entrato in contatto con Magyc a seguito di un bando di Regione Lombardia a supporto dell’internazionalizzazione delle PMI lombarde. Cominciare a collaborare con una PMI in occasione di un bando, regionale o nazionale, è la modalità con cui molto spesso i nostri soci entrano in relazione con le aziende. Ancor più degno di nota è il fatto che tale contatto non di rado si trasforma da temporaneo e occasionale in un’attività consulenziale, e non solo, di più lunga durata, come nel caso che qui ci presenta l’ing. Tatti.   MaGyc nasce nel 2001, a partire da una lunga esperienza professionale dei suoi fondatori, ricercatori dagli anni ’90 presso il Centro Comune Europeo di Ricerca (JRC) e presso i dipartimenti di ricerca e sviluppo di rinomate aziende multinazionali. Grazie a un significativo bagaglio di conoscenze tecnologiche, accresciuto in partnership con importanti istituti di ricerca europei e le più innovative industrie manifatturiere, MaGyc si propone come un vero “fornitore di soluzioni” per il controllo della qualità e/o per la applicazioni di processi produttivi che ne garantiscano il conseguimento. Dopo un’attenta analisi dei problemi e studio di fattibilità, MaGyc propone soluzioni basate principalmente sull’applicazione innovativa di metodi, tecniche e tecnologie provenienti da settori tecnici molto diversi, per ogni tipo di problema tecnologico di R & D, produzione, controllo di processo e qualità del prodotto. Un invidiabile profilo tecnico, alla ricerca di suggerimenti e sperimentazioni sull’approccio al mercato internazionale. Nel 2012, sfruttando un bando della Regione Lombardia (progetto SPRING) veniamo assistiti da un pacchetto molto interessante di approccio alla internazionalizzazione: un Manager esperto per aiutarci a intraprendere iniziative di proiezione sui mercati esteri ed uno Stagista che collabori per la realizzazione di questo. La collaborazione con l’Ing. Gianfranco Antonioli (Manager) e la neo dottoressa Carmen Marino (Stagista), protrattasi poi oltre le caratteristiche del bando per ben 4 anni, ci ha portato a partecipare a convegni in cui abbiamo presentato le nostre professionalità, a partecipare come visitatori o, in certi casi, come espositori a fiere importanti dal punto di vista tecnologico. I tangibili risultati sono stati di grande importanza per il nostro sviluppo e per una migliore…

Le aziende raccontano – TRE ALTAMIRA S.r.l., da start-up a multinazionale del telerilevamento radar satellitare

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Un socio di Obiettivo50 a fianco di una start-up che da spin off universitario diventa multinazionale: la storia di un caso di successo vissuto “dal di dentro” fin dai suoi inizi. Proseguiamo con questo articolo la serie di testimonianze delle aziende che hanno con successo collaborato con i nostri soci, qui potete leggere il caso di successo precedente. L’azienda di cui parliamo oggi è TRE ALTAMIRA, fondata nel 2000 come start up nell’ambito del Politecnico di Milano con il nome di TRE, Tele Rilevamento Europa s.r.l., leader mondiale nell’elaborazione dei dati radar forniti dai satelliti, utilizzati per misurare spostamenti anche millimetrici del suolo, con applicazioni nell’industria mineraria, petrolifera e delle costruzioni. Oggi è parte del Gruppo CLS, dopo che alla fine del 2015 il capitale è passato in mano alla società francese collegata all’Agenzia Spaziale Nazionale Francese: un investimento che mostra l’interesse per l’azienda e per i suoi prevedibili sviluppi. Dal 2016, TRE ha acquisito la responsabilità di una società spagnola (ALTAMIRA) operante nello stesso settore e a sua volta già rilevata qualche anno fa dall’azienda francese. TRE ALTAMIRA opera in tutti i continenti (sedi in Italia, Spagna e Canada, uffici in Cile, Australia e Francia), fattura oltre 10 milioni di euro, investe il 15% in R&S, ha raggiunto i circa 80 dipendenti e ha sempre generato utili. I fondatori dell’azienda sono entrati in contatto con il socio O50 Fabrizio Resta nel 2005, nel corso di un progetto di valutazione del Politecnico di Milano, realizzato proprio in collaborazione con un gruppo di soci di O50, e relativo alle possibilità di successo di alcune start-up nate come spin off del Politecnico. Superata positivamente la fase di valutazione, l’azienda ha poi preso contatto con Fabrizio Resta che da allora collabora ininterrottamente come consulente con TRE ALTAMIRA. “La mia appartenenza a Obiettivo50”, pone l’accento Resta, “ha giocato un ruolo importante in questa decisione dell’azienda, perché ai loro occhi davo maggiori garanzie rispetto ad altri professionisti, potendo io contare sull’eventuale supporto di colleghi esperti in altri ambiti in cui TRE poteva necessitare di consulenza”. Alessandro Ferretti, tra i fondatori di TRE ed attualmente CEO di TRE ALTAMIRA, giustifica così il successo della collaborazione: “Al di là della componente umana, sempre imprescindibile, e che ha permesso di instaurare rapporti schietti e diretti, abbiamo potuto beneficiare di una consulenza che definirei “flessibile” e “su misura”, difficilmente replicabile da altri operatori. Altro elemento fondamentale è stata la…

Le aziende raccontano – Carbosint Spa, la Lean Organization in un’azienda metalmeccanica

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Un socio O50 partner in un interessante progetto di innovazione e riorganizzazione industriale. Iniziamo con questo articolo la serie di testimonianze di aziende che hanno collaborato con successo con i nostri soci in progetti in svariati ambiti operativi. Cominciamo con Carbosint SPA, azienda con sede in provincia di Bergamo, che opera dal 1974 nel settore della produzione di componentistica meccanica di elevata precisione ed è fornitore qualificato di particolari metallici sinterizzati per l’industria Automotive, soprattutto in materia di parti di sicurezza. L’azienda impiega circa 80 persone e ha un fatturato in costante crescita, generato da una clientela proveniente per la maggior parte dall’estero (Europa, soprattutto Germania, e poi Cina e Messico). Gli investimenti in ricerca, digitalizzazione ed innovazione di prodotto e processo valgono il 10% del fatturato. Nel 2012, quando sorse l’esigenza di affiancare al direttore di stabilimento una competenza manageriale esterna per collaborare alla riorganizzazione delle attività operative, tale risorsa fu individuata nella figura del socio Walter Nardini, dopo aver consultato la sezione del sito di Obiettivo50 dedicata alla ricerca di profili manageriali da parte delle aziende. Ingegnere di formazione, Nardini opera come consulente e Temporary Manager dopo una lunga carriera manageriale in azienda e con una competenza specifica in area Operations e Lean Organization. Nella scelta della sua figura hanno fatto premio le sue esperienze diversificate maturate sul campo e la sua appartenenza a Obiettivo50. “L’opportunità di avere a disposizione un network di competenze certe, maturate sul campo” ha sottolineato l’ing. Ivo Bendotti, Plant Manager di Carbosint, “rappresenta per qualsiasi azienda un valore aggiunto da tenere in considerazione per dare impulso in tempi rapidi a progetti di miglioramento o cambiamento”. Il progetto, concluso di recente con successo, mirava al miglioramento delle attività produttive mediante tecniche di Lean Organization per l’efficientamento dei processi e di TPM-Total Productive Maintenance (Manutenzione Produttiva); e poi applicazione della metodologia 5S di origine giapponese, formazione e coinvolgimento del personale, redazione di procedure gestionali ed operative e supporto all’applicazione del sistema qualità ISO/TS, cui è seguito il passaggio alla nuova normativa IATF specifica per il settore Automotive. Durante la collaborazione con l’azienda, conclusasi solo pochi mesi fa, a Nardini è stato anche chiesto di implementare e/o supportare altri progetti specifici come il coaching di nuove figure professionali assunte in ambito produttivo e di presidiare posizioni organizzative strategiche in azienda temporaneamente vacanti nei settori Gestione della Produzione e Qualità. In conclusione, nella collaborazione con il socio…