Le aziende raccontano – Martella Srl, dall’elettronica industriale al CoviTag, il “distanziatore sociale” a infrarossi

Le aziende raccontano – Martella Srl, dall’elettronica industriale al CoviTag, il “distanziatore sociale” a infrarossi

Posted by Gabriella Valeri in Blog, Casi di successo, Casi di successo 30 Ott 2020

Martella, una PMI di Legnano, brevetta un prodotto di elettronica avanzata per il tempo del Covid

L’hanno battezzato COVITAG e l’hanno brevettato. E il marchio reca, al posto della “O”, l’inconfondibile immagine del Coronavirus, resa ormai familiare (purtroppo) da web, TV e stampa.

È il distanziatore  a tecnologia infrarossi, indossabile, ideato e prodotto da una agguerrita PMI di Legnano (MI), la Martella s.r.l., specializzata in elettronica industriale: uno strumento essenziale per garantire in tempi di Covid il corretto distanziamento sociale tra persone munite del dispositivo. E – affermano i suoi progettisti – unico nel suo genere sul mercato, grazie alla tecnologia impiegata.

Tra i protagonisti di questa avventura c’è il nostro socio Marco Faita, il quale ha sviluppato numerose esperienze di successo nel guidare le PMI sul cammino verso l’innovazione, uno dei pochi porti, se non l’unico, cui approdare se si vuole continuare a competere vittoriosamente anche in tempi di post-Covid. Il suo supporto non riguarda solo gli aspetti tecnologici, ma anche e soprattutto il cambiamento di atteggiamento che l’impresa deve avere verso il nuovo. E così è stato anche nel caso Martella. 

CoviTag, come funziona

Tornando al CoviTag, il segreto del prodotto è nell’architettura sistemistica basata su una piattaforma tecnologica del tutto innovativa, che consente di realizzare prodotti decisamente avanzati rispetto ad altre soluzioni sul mercato, basate su tecnologie Bluetooth o Banda Ultralarga, le quali sono soggette a instabilità e forniscono quindi rilevazioni non sempre affidabili.

CoviTag informa l’utente attraverso un segnale (suono, luce o vibrazione, a scelta) in caso di superamento della soglia di sicurezza, programmabile entro 1 o 3 metri, rispetto ad altri dispositivi CoviTag. Questi dialogano fra loro costantemente con un protocollo proprietario tramite il segnale infrarosso che crea intorno alla persona una vera e propria bolla sensibile al segnale degli altri CoviTag.

Non servono app e non servono infrastrutture esterne. Il rischio di rilevazioni scorrette, il fenomeno dei cosiddetti falsi positivi, con CoviTag è annullato. I tecnici spiegano infatti che l’infrarosso, quando trova un ostacolo, ad esempio pareti divisorie negli ambienti di lavoro o scaffalature di supermercati e magazzini, si arresta senza oltrepassarlo, proprio come fa il virus, al contrario di sistemi basati su altre tecnologie che possono generare così risultati ingannevoli.

Infine CoviTag non interferisce con altri sistemi presenti negli ambienti interessati e non è basato su radiofrequenze: quindi è particolarmente indicato, oltre che per strutture industriali e uffici, anche per ambienti come ospedali, RSA, scuole, laboratori, dove spesso altre tecnologie danno dei problemi.

Le applicazioni vanno al di là del distanziamento per Covid per abbracciare ogni situazione – tipicamente in ambiente industriale e di laboratorio, ma non solo – in cui vi sia necessità di mantenere la distanza fra persone, fra oggetti, fra oggetti e persone ecc.

Realizzato con materiali anallergici e impermeabili, è maneggevole (20x60x33 mm, 20 grammi); può essere indossato al polso come un orologio, oppure infilato con una clip in tasca o attaccato a un cordino come un badge, ed è disponibile in diversi colori. La batteria ricaricabile dura fino a 4 giorni. Il prezzo? Per lotti di alcune migliaia di pezzi si parla di qualche decina di euro l’uno.

In un solo mese dal lancio Covitag ha avviato trattative avanzate per decine di migliaia di pezzi in Italia, ma notevole è l’interesse suscitato anche sui mercati esteri per i quali l’azienda si sta organizzando.

Alla guida di Martella s.r.l. sono Simona ed Elena Martella, che vent’anni fa, giovanissime,  hanno rilevato la ditta individuale del padre, Cesare, appassionato titolare fin dagli anni 70 di un laboratorio elettromeccanico nella zona nord di Milano.

Le due sorelle hanno progressivamente ampliato l’attività dell’impresa dalla produzione di cablaggi industriali per conto terzi alla progettazione e realizzazione di sistemi elettronici complessi per alcune delle maggiori aziende italiane.

“L’innovazione non si improvvisa” precisano le sorelle Martella. “Occorre avere le idee, ma disegnare anche un percorso di trasformazione dell’approccio all’impresa. In questo ci ha molto aiutato una competenza esterna accuratamente selezionata, l’Ing. Marco Faita, manager associato al gruppo Obiettivo50, che ci ha costantemente seguito e indirizzato, proponendoci sempre nuovi spunti, in particolare quello che ha dato poi vita al nostro ultimo nato,  CoviTag , ‘un nuovo modo di essere vicini’, come noi amiamo definirlo ”. (testimonianza raccolta da Ugo Panerai)