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Company Creation 10 Weeks, un’impressione personale

Posted by Gabriella Valeri in Blog, Vita da consulente

Insieme ad altri soci di Obiettivo 50, ho frequentato a Torino dal 26 aprile al 5 luglio la prima edizione del corso Company Creation 10 Weeks, realizzato da StarBoost Academy. Il corso è già presentato nelle sue linee generali in questo articolo del 15 giugno. A me interessa qui passarvi la mia esperienza personale, maturata durante la frequenza delle lezioni in aula e il lavoro di gruppo fuori aula. Company Creation riguarda la validazione e lo sviluppo delle iniziative imprenditoriali in super early stage, quando esiste un team ristretto di fondatori, esiste un concept, le analisi di mercato sono appena abbozzate, la strategia è in fase embrionale. E’ evidente che a questo stadio le incognite per il team e per gli eventuali stakeholders sono molteplici. StarBoost Company Creation fornisce a queste realtà strumenti e metodi per verificare la propria idea di business e, in caso di esito positivo, di costituirsi in società. Quali sono i pilastri della filosofia di StarBoost? Li espongo di seguito corredandoli di alcune osservazioni.   Lean Methodology. Tutti la conosciamo, almeno nelle linee generali. In sintesi, sottoponi in maniera iterativa al tuo utente una soluzione in bozza (in gergo MVP, minimum viable product), incorporando ad ogni iterazione i consigli dell’utente per migliorare la tua soluzione. Inizia le iterazioni non appena hai un’idea e un modello di business auto-consistenti, senza preoccuparti di aver incorporato nell’MVP tutte le possibili funzioni migliorative. Tanto non sai se l’utente è interessato a tutte queste funzioni. Semplice, no? Allora, alzi simbolicamente la mano chi fra noi, nell’arco della propria carriera professionale, non ha partecipato in varia forma a progetti di innovazione impostati al debutto in base a criteri strettamente market-oriented, che poi hanno perso per strada la bussola del cliente-target e dei suoi bisogni, non arrivando quindi a valorizzare il tempo e il denaro investiti. Eric Ries ha risposto a questi problemi con The Lean Startup, uscito nel 2011: io lo sto leggendo adesso (colpevole ritardo…), ne consiglio a tutti la lettura.   Work for Equity. In super early stage, i nuovi business consumano risorse in misura maggiore di quante ne generano. Cammini nella cosiddetta Valle della Morte, i costi superano i ricavi, il giorno del Break Even è una mera ipotesi. Se il team di fondatori è coeso, si accorda per valorizzare le proprie ore uomo in quote societarie, senza attingere alla cassa, che nella maggior parte dei casi è vuota…

L’Innovation Manager per la PMI – percorso formativo di cultura manageriale

Posted by Gabriella Valeri in Blog, Formazione, News, Progetti

Dopo il successo dei recenti corsi su Start-up e IoT tenutisi a Torino, O50 Academy  presenta un nuovo percorso formativo di cultura manageriale: INNO50 – L’Innovation Manager per la PMI. In un mondo globalizzato, dinamico e competitivo il successo delle imprese si basa sempre più sull’innovazione, intesa come capacità di creare un contesto organizzativo che faciliti lo sviluppo di nuove idee e le trasformi in reale valore per l’impresa. In Europa l’innovazione, soprattutto nei paesi anglosassoni e nelle aziende più grandi, è veicolata dall’Innovation Manager. In Italia è una professione ancora quasi del tutto sconosciuta, complice anche la dimensione medio piccola del nostro tessuto industriale. Le PMI sanno di dover innovare, ma non sanno come fare, o come attingere alle risorse finanziarie; l’alternativa ad una figura interna dedicata a tempo pieno all’innovazione è il ricorso al temporary management, che garantisce maggiore flessibilità e costi legati ai risultati Secondo gli analisti di mercato, l’Innovation Manager è uno dei quattro nuovi profili che si affermeranno nel mondo del lavoro nel futuro (insieme a temporary manager, export manager e manager di rete). Ma quale è il ruolo del responsabile dell’innovazione in una PMI? E’ una figura manageriale, che affianca l’Imprenditore e che non si occupa solo di sviluppo e introduzione sul mercato di nuovi prodotti e servizi, ma che apporta innovazione anche nei processi aziendali, nel modello di business e nei paradigmi organizzativi. Il suo compito è creare la cultura dell’innovazione, facendo maturare quei cambiamenti organizzativi che favoriscono l’innovazione. Il corso ha come obiettivo l’approfondimento del tema dell’innovazione sotto angolazioni diverse, in modo da offrire spunti concreti ai manager che vogliano rendere le PMI loro clienti ricettive all’innovazione; è pertanto destinato a manager, che ricoprono o hanno ricoperto posizioni di responsabilità in azienda, e vede come docenti e testimonial professionisti con esperienza diretta del settore. Il corso si tiene il 27 e 28 settembre, dalle 9.00 alle 18.00 a Milano presso Fondazione Ambrosianeum. Strutturato in 2 moduli complessivi per complessive 16 ore, rilascia attestato di frequenza. Costi: il corso è gratuito per i soci di Obiettivo50 in regola con il rinnovo annuale della quota associativa. Gratuito anche per neo iscritti, se l’iscrizione avviene entro il termine di 1/9/2017, mentre per non soci il costo è di € 250. Termine ultimo iscrizione corso: 15 settembre 2017 Per iscrizioni e ulteriori informazioni: info@obiettivo50.it In allegato: Scheda Corso_Innovation Manager  Programma del corso: Creare Innovazione – Introduzione / scenario – Le…

I manager si raccontano – Maurizio Cortesi

Posted by Gabriella Valeri in Blog, Casi di successo, Casi di successo

Ingegnere, 15 anni vissuti per lavoro in Argentina, Messico, Venezuela, Singapore, Indonesia. Nel 1992 rientro definitivamente in Italia, con vari ruoli manageriali in diverse aziende e nel 2004, a 59 anni, uscito dal giro del management all’italiana, rispondo ad una inserzione della rivista dell’ALDAI che cercava dirigenti disposti ad investire parte del loro tempo per dar vita a un nuovo progetto: la creazione di una Onlus di Manager usciti dalle aziende, che si sarebbe chiamata Obiettivo50 ed emulava un progetto simile nato in Francia alcuni anni prima. Eravamo in una decina: e oggi, con tanto entusiasmo, onestà intellettuale, caparbietà, lavoro di volontariato e un pizzico di fortuna, siamo arrivati ad essere circa 200. L’Associazione nel 2005 intercetta la possibilità di far partecipare una ventina dei suoi Soci alla selezione di Temporary Export Manager (TEM) per il Bando Spring 1, finanziato dalla Regione Lombardia. Il Bando offriva gratuitamente alle PMI lombarde, previamente selezionate, i servizi di Internazionalizzazione attraverso la presenza di un Manager che, a partire da un check up aziendale, affiancasse l’Imprenditore, per un tempo limitato (120 ore), nel tentativo di internazionalizzare l’azienda, posizionandola, ove possibile, all’estero. Il TEM ovviamente veniva retribuito dalla Regione. Bandi simili, ripetuti in questi anni, sono poi stati pubblicati dalla Provincia di Parma, dal Ministero per lo Sviluppo Economico (MISE) e da Federmanager, permettendo a O50 di “creare” molte nuove opportunità di lavoro per i propri Soci. In questi 12 anni, grazie ad O50, attraverso la selezione di questi Bandi, sono “stato a braccetto” con una ventina di imprenditori lombardi ed emiliani, fornendo loro servizi nell’area delle soft skill mirati prevalentemente all’internazionalizzazione ed in qualche caso alla riorganizzazione. In un paio di casi ho potuto creare io stesso opportunità di lavoro avvalendomi della collaborazione di Soci di O50 per interventi specialistici richiesti dalle aziende e in un caso sono stato confermato, alla fine del progetto finanziato, come CEO di un’azienda OEM di macchine utensili pressopiegatrici ad alto livello di tecnologia, per circa 3 anni. In sostanza, il vero caso di successo è quello di O50, che ha permesso a molti Soci di rientrare nel mondo del lavoro mettendo a disposizione delle PMI sia il networking dell’Associazione sia il patrimonio di competenze manageriali, seppur adattato alle realtà delle PMI: realtà che richiedono, in aggiunta alle competenze, una forte dose di umiltà. Tutto ciò è stato però possibile grazie all’impegno costante di tutti i Soci-Colleghi nel cercare…

I manager si raccontano – Marco Puchetti

Posted by Gabriella Valeri in Blog, Casi di successo, Casi di successo

Obiettivo50: una scuola di flessibilità. Obiettivo50 è tra gli strumenti indispensabili per tutti i freelance della consulenza e della formazione aziendale. Sono in Obiettivo50 sin dai primi incontri, dalle prime riunioni, dalla prima foto fatta dal notaio. Gli inizi non sono stati facili, c’era l’esempio francese ma il rischio di creare una “Anonima alcolisti” di ex manager disoccupati era alto. Non si usava allora la parola “networking” e quindi nei primi incontri si rischiavamo presentazioni del tipo “Ciao sono Marco e sono senza lavoro da tre mesi…”. La condivisione è importante ma non era così che si potevano creare nuove opportunità. Altre riunioni invece assomigliavano ai gruppi di aiuto per la disintossicazione da vecchie e nuove droghe, per noi dal sicuro e protettivo “posto fisso”: “Come posso lavorare senza la mia scrivania, la mia segretaria e la mia macchina aziendale?”. Qualche riflessione, seguita anche da un paio di tentativi più concreti, voleva ricreare nell’ambito dell’associazione quel rassicurante mondo di certezze lavorative che molti, volenti o nolenti, avevano dovuto lasciare: creare una cooperativa, una srl di servizi, una qualche società che ci ridesse le nostre certezze perdute? Si tutto bello ma… le opportunità, le aziende, i clienti dove li troviamo? In poche parole: chi paga per i nostri servizi, le nostre competenze acquisite e per le soluzioni che siamo in grado di offrire e realizzare? Ecco, credo che la forza di Obiettivo50 sia stata quella di aver capito che tutti noi dobbiamo sempre ripartire da quello che sappiamo fare e, senza falsa modestia, spesso molto bene: trovare soluzioni, gestire sistemi più o meno complessi, cercare e creare opportunità. Sono ancora, dopo 13 anni, iscritto ad Obiettivo50. Un po’ per gratitudine certo, molto perché, anche dopo aver avviato la libera professione e quindi essere in grado di “camminare da solo sulle mie gambe”, l’associazione offre ancora molto: condivisione di opportunità, formazione ed aggiornamenti su temi sempre attuali e tanti colleghi con i quali ho sempre collaborato con uno spirito realmente “cooperativistico”: sempre “sulla stessa barca” mai “concorrenti”. Grazie ad Obiettivo50 ho scoperto il mondo dei bandi ai quali sembra inizialmente difficile poter partecipare, ho condiviso le piccole difficoltà quotidiane della partita IVA e della sovrabbondante burocrazia, ho avuto conferma che le mie competenze e conoscenze avevano ed hanno ancora possibilità di ottenere una giusta remunerazione se presentate ed incanalate nei segmenti di mercato più interessanti. Certo è necessaria una buona dose di…

I manager si raccontano – Claudio Cardosi

Posted by Gabriella Valeri in Blog, Casi di successo, Casi di successo

Helicopter overview: guardare il bosco e non gli aghi di pino caduti per terra Sono entrato in Obiettivo50 nel 2006, meno di due anni dopo la sua fondazione. Nel 2008 sono stato nominato Vice Presidente, carica che tutt’ora ricopro. Credo di essere il socio più anziano dell’Associazione perché ho appena compiuto 77 anni. Quando sono entrato, ero già in pensione da cinque  anni, con un importo più che soddisfacente avendo accumulato oltre 40 anni di contributi come top manager  in quattro banche italiane medio-grandi (incarichi che mi sono valsi la nomina a Cavaliere della Repubblica a soli 44 anni) e, prima, in due multinazionali dell’ICT. Non avevo quindi stringente bisogno di lavorare ma volevo cercare di aiutare chi ne aveva necessità. Ovviamente non disdegnavo incarichi consulenziali, preferibilmente legati al Sistema Bancario. Ho lavorato sino a quattro anni fa con aziende/enti/associazioni che avevo conosciuto nella mia carriera e, fregiandomi anche dell’appartenenza a O50, ho ottenuto un ritorno economico molto interessante. Direttamente con O50 ho partecipato  solo ad un progetto in team con altri soci, avendo vinto un bando della Regione Lombardia sul tema “ Ricambio generazionale “. Nei confronti di O50 il mio è quindi un contributo assolutamente volontario di cui vado fiero: questa posizione mi permette di avere un approccio ai problemi dei Colleghi più distaccato, che  credo sia utile nell’equilibrio generale in seno al Consiglio di Amministrazione. Un mio vecchio consulente  mi ha insegnato che non bisogna portarsi a casa, la sera, la borsa piena di aghi di pino ma avere una helicopter  overview del bosco in cui si opera…… Anche per questo motivo collaboro, sempre volontariamente, con l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano, per cui partecipo a tre Commissioni di lavoro (con molti punti di contatto con gli obiettivi istituzionali di O50, in particolare formazione e qualificazione professionale) e dal quale sono delegato per gli Esami di Stato al Politecnico di Milano. Due Ingegneri iscritti all’Ordine sono stati da me portati in O50 e, grazie alle nuove opportunità create, hanno potuto trovare un riposizionamento stabile; ad altri parlo continuamente di O50. Sempre in  O50 ho contribuito a definire il programma di alcuni corsi facenti ora parte del Catalogo di O50 Academy, ad alcuni dei quali ho anche partecipato come discente. Sono il responsabile dell’accettazione dei nuovi Soci, a valle delle interviste effettuate dai nostri bravissimi selezionatori. Un compito che richiede attenzione e rigore nella valutazione delle competenze,…

Passaggio Generazionale: come procedere

Posted by Gabriella Valeri in Blog, Vita da consulente

Vi presentiamo un articolo sul tema del passaggio generazionale a cura di un socio esperto sull’argomento. Statisticamente, il numero di società che riescono a passare di mano si riduce di un terzo ad ogni passaggio generazionale: perché? I motivi possono essere molteplici: dalla minore capacità imprenditoriale della nuova generazione alla incapacità di passare il timone da parte dell’imprenditore fondatore o prosecutore. Nessun padre o madre di famiglia direbbe al proprio figlio/a: “No, non camminare perché potresti cadere e farti male. Aspetta: quando io non ci sarò più, allora potrai esercitarti senza farmi preoccupare”. A volte, il motivo della difficoltà del passaggio è molto più psicologico che di qualità reale degli interlocutori. Perdere la guida della propria società, guidarla con mano ferma verso un business sempre più difficile, con un mercato in continua evoluzione, non è cosa da ragazzini. Però le soluzioni innovative vanno introdotte, bisogna svecchiare le procedure, essere più flessibili, adattarci alle richieste dei clienti, digitalizzare l’offerta, allargare il mercato ed espandersi all’estero. Tutte cose giuste a parole, ma pericolose nei fatti e di difficile controllo: e chi mai ha l’esperienza per gestire tutto questo? “Qui c’è il rischio di fallire ancora prima di iniziare e di vedersi portare via l’azienda!” Questi sono i dubbi e le idee che spesso passano per le teste di padri e figli: come risolverle? Come conciliare le iniziative innovative e le esperienze tradizionali che hanno portato l’azienda a crescere ed a raggiungere i risultati odierni? Tutto questo si può fare procedendo prima a piccoli passi, chiarendo gli aspetti tecnici in primo luogo e poi curandosi di quelli psicologici, quelli che incidono sulla fiducia e sulla sicurezza. Le persone non devono fare né passi più lunghi della gamba né effettuare azioni rivoluzionarie: semplicemente non servono soluzioni drammatiche, ma occorre impostare un piano di azione da condividere. Come dice il saggio cinese: si possono scalare le montagne iniziando a piccoli passi. La cosa interessante è che si inizia con i piccoli passi e poi si continua con passi sempre più grandi, ma più sicuri e fermi, con il conforto di ogni interlocutore. Se il genitore non controlla e sostiene il proprio bambino mentre impara a camminare e gli insegna come comportarsi e muoversi per evitare cadute rovinose, che genitore è? Allo stesso modo dovrà darsi da fare perché il proprio figlio possa crescere in azienda con passo sicuro. Allo stesso modo non vedo un bambino…