I manager si raccontano – Marco Puchetti
Obiettivo50: una scuola di flessibilità.
Obiettivo50 è tra gli strumenti indispensabili per tutti i freelance della consulenza e della formazione aziendale.
Sono in Obiettivo50 sin dai primi incontri, dalle prime riunioni, dalla prima foto fatta dal notaio.
Gli inizi non sono stati facili, c’era l’esempio francese ma il rischio di creare una “Anonima alcolisti” di ex manager disoccupati era alto. Non si usava allora la parola “networking” e quindi nei primi incontri si rischiavamo presentazioni del tipo “Ciao sono Marco e sono senza lavoro da tre mesi…”. La condivisione è importante ma non era così che si potevano creare nuove opportunità. Altre riunioni invece assomigliavano ai gruppi di aiuto per la disintossicazione da vecchie e nuove droghe, per noi dal sicuro e protettivo “posto fisso”: “Come posso lavorare senza la mia scrivania, la mia segretaria e la mia macchina aziendale?”.
Qualche riflessione, seguita anche da un paio di tentativi più concreti, voleva ricreare nell’ambito dell’associazione quel rassicurante mondo di certezze lavorative che molti, volenti o nolenti, avevano dovuto lasciare: creare una cooperativa, una srl di servizi, una qualche società che ci ridesse le nostre certezze perdute? Si tutto bello ma… le opportunità, le aziende, i clienti dove li troviamo? In poche parole: chi paga per i nostri servizi, le nostre competenze acquisite e per le soluzioni che siamo in grado di offrire e realizzare?
Ecco, credo che la forza di Obiettivo50 sia stata quella di aver capito che tutti noi dobbiamo sempre ripartire da quello che sappiamo fare e, senza falsa modestia, spesso molto bene: trovare soluzioni, gestire sistemi più o meno complessi, cercare e creare opportunità.
Sono ancora, dopo 13 anni, iscritto ad Obiettivo50. Un po’ per gratitudine certo, molto perché, anche dopo aver avviato la libera professione e quindi essere in grado di “camminare da solo sulle mie gambe”, l’associazione offre ancora molto: condivisione di opportunità, formazione ed aggiornamenti su temi sempre attuali e tanti colleghi con i quali ho sempre collaborato con uno spirito realmente “cooperativistico”: sempre “sulla stessa barca” mai “concorrenti”.
Grazie ad Obiettivo50 ho scoperto il mondo dei bandi ai quali sembra inizialmente difficile poter partecipare, ho condiviso le piccole difficoltà quotidiane della partita IVA e della sovrabbondante burocrazia, ho avuto conferma che le mie competenze e conoscenze avevano ed hanno ancora possibilità di ottenere una giusta remunerazione se presentate ed incanalate nei segmenti di mercato più interessanti.
Certo è necessaria una buona dose di flessibilità, controbilanciata in parte dalla relativa “libertà” della “libera” professione. Offrire quanto imparato in Bocconi, piuttosto che nelle multinazionali in cui ho lavorato, a PMI spesso di minuscole dimensioni e magari solo grazie ad un bando finanziato dalla Regione Lombardia, comporta una buona dose di capacità di adattarsi. Comunque, ogni volta che devo fare il bonifico della mia quota associativa tiro le somme e mi ricordo delle 25 aziende che ho potuto conoscere e seguire in vari progetti, soprattutto di internazionalizzazione, dei bandi della Regione e del MISE ai quali ho potuto concorrere solo grazie ad altri associati e ai vari incontri formativi ai quali ho partecipato sia come relatore sia come allievo. Ho sempre imparato qualcosa di nuovo che non avrei mai, anche nei tempi di internet, potuto approfondire da solo. I conti alla fine sono sempre a mio vantaggio.
Ovviamente non ho ancora del tutto capito se dal cavallo “posto fisso” sono caduto o se in realtà volevo già scendere. Certamente la flessibilità ogni tanto rassomiglia più al “precariato” che al “prestigio” dei professionisti di un tempo, però gli aspetti positivi superano quelli negativi ed Obiettivo50 è certamente tra gli strumenti indispensabili per tutti i freelance della consulenza e della formazione aziendale. Anche se ogni tanto, devo ammetterlo, soprattutto quando devo pagare il tagliando, la macchina aziendale mi manca…(testo di Marco Puchetti).