Casi di successo-presentazione

Casi di successo-presentazione

Posted by Gabriella Valeri in Blog, Casi di successo, Casi di successo 18 Gen 2016

I Manager di Obiettivo50 si raccontano – Casi di successo

Inizia con questo articolo introduttivo una collana di testimonianze di nostri Soci sulla loro esperienza con Obiettivo50.
Una serie, lunga oggi 11 anni, di casi di successo che hanno visto protagonisti loro e di riflesso tutta l’Associazione. Storie di cui siamo orgogliosi.
Che cosa hanno ricavato i nostri Soci dall’appartenenza alla Associazione?
Non siamo una società di head hunting né una società di outplacement, e non siamo intermediari nel mercato del lavoro; ma il nostro ampio network, interno ed esterno, ha creato molteplici opportunità che i Soci hanno potuto cogliere grazie agli stimoli e agli spunti che l’Associazione ha saputo offrire in questi anni valorizzando la loro esperienza, proattività e intraprendenza.
I manager devono reinventarsi e darsi nuovi orizzonti. Servono contatti con le associazioni di categoria, corsi, ricerca di opportunità attraverso i social network, e così via. Ma è necessario anche “fare quadrato” con altri manager, mettersi in rete, scambiarsi esperienze, opportunità e riferimenti.
Muoversi presentando se stessi, ma come parte di un gruppo estremamente qualificato,portatore di esperienze e competenze manageriali a tutto campo.
Che cosa ha ricavato l’Associazione dal contributo partecipativo dei Soci?
Obiettivo50 si è affermata come interlocutore affidabile di enti, istituzioni, associazioni di categoria e singole aziende, per progetti di sviluppo delle Pmi e come una realtà in grado di collaborare a iniziative pubbliche o private in tema di cultura manageriale.
Un’ultima cosa. Le attività consulenziali dei nostri Soci hanno rappresentato a livello individuale un giro di affari complessivo che supera ormai largamente i 5 Milioni di Euro.
In questo, ma non solo, risiedono i casi di successo dei nostri Soci.
E questo costituisce quindi il “caso di successo” di Obiettivo50.

(di Gianfranco Antonioli)