SEMINARIO – SOSTENIBILITÀ ED ECONOMIA CIRCOLARE

SEMINARIO – SOSTENIBILITÀ ED ECONOMIA CIRCOLARE

Posted by Anna Lavatelli in Approfondimenti, Blog, Formazione 13 Giu 2023

Sostenibilità ed economia circolare continuano ad essere temi strettamente collegati e imprescindibili nell’ambito di qualsiasi strategia di management aziendale. In particolare, l’economia circolare è uno degli elementi chiave dell’innovazione industriale degli ultimi anni. Spesso confusa con la riduzione dell’impatto ambientale, essa in realtà costituisce uno degli strumenti principali per trasformare le catene del valore contribuendo alla sostenibilità economica, oltre che ambientale.

Esperti di settore e imprenditori sono intervenuti portando testimonianze e suggerimenti, confermando che sostenibilità ed economia circolare possono essere impiegate con successo anche dalle Piccole Imprese e che esistono opportunità concrete per Consulenti di Piccole Imprese e Temporary Manager che vogliano cimentarsi in questi ambiti e possiedano il giusto atteggiamento, oltre che conoscenze e competenze appropriate.

Ecco i punti salienti della giornata:
Giacomo Andriola, Innovation Manager e Founder di Studio Itaca ha spiegato come l’economia circolare sia un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali, per estendere il più possibile il ciclo di vita dei prodotti e contribuire a ridurre i rifiuti al minimo.
Troppo spesso i consumatori gettano prematuramente articoli che potrebbero essere usati più a lungo, con conseguente aumento di rifiuti, emissioni di gas e crescita della domanda di risorse preziose per la produzione di nuovi beni.
Questa situazione mette sempre più in allerta l’UE. Il PNRR per l’economia circolare conta l’investimento di svariati miliardi di euro impiegati a tutto campo: agricoltura, edilizia, energie rinnovabili, ecc.
Si impongono nuovi requisiti per rendere i prodotti più “circolari”, durevoli e affidabili. Tutto il processo produttivo va riconvertito, a partire dalla progettazione, per ridurre al minimo gli sprechi.
Utili in questo caso progetti di simbiosi industriale tra le aziende, grazie ai quali i rifiuti di una di esse vengono utilizzati come materie prime dall’altra. Necessarie infine nuove competenze e figure professionali specifiche poiché il cambiamento comporta un parallelo mutamento di processo, organizzazione e metodologie: dagli Eco-designer agli Energy manager, agli Eco-coolhunter, esploratori di tendenze «verdi», ecc.

Giovanna Menzaghi, Presidente Associazione Smart Cities Italy e Stefano Vergani, CEO Gruppo Converg hanno spiegato che Smart Cities Italy nasce da un gruppo di Enti, Aziende e Professionisti sensibili allo sviluppo sostenibile (uno di questi è Converg), che si sono aggregati per affrontare una serie di sfide, tra cui l’attivazione di un percorso di studi specializzati e la selezione delle migliori eccellenze, che possano mettere a disposizione la loro professionalità e competenza nei settori dell’economia reale.
Obiettivo dell’Associazione: la promozione e il coordinamento di attività di ricerca fondamentale ed applicata, con progetti strategici di Interesse nazionale, come quello legato al Decreto del Ministero della Transizione Ecologica per la realizzazione di interventi di organizzazione e gestione della domanda di mobilità delle persone, mirati a ridurre l’uso del veicolo privato negli spostamenti casa-lavoro favorendo il decongestionamento del traffico.
Da questo decreto nasce la figura di Mobility Manager, specializzata nel governo della domanda di mobilità, nella promozione di soluzioni ottimali per la mobilità sostenibile del personale dipendente e nello sviluppo del piano degli spostamenti casa lavoro (PSCL) . Le imprese e le pubbliche amministrazioni oltre una certa dimensione sono tenute ad adottare un PSCL e nominare un Mobility Manager con funzione di supporto professionale continuativo.
Tra le attività di questa nuova figura: la promozione di interventi sul territorio per favorire l’intermodalità, lo sviluppo in sicurezza di itinerari ciclabili e pedonali, la cura dell’efficienza e dell’efficacia dei servizi di trasporto pubblico, la realizzazione di servizi di mobilità condivisa e di infomobilità.

Alessandra Gruppi, Servitisation Manager CEPAS (Istituto di Certificazione delle Competenze e della Formazione) spiega che la “servitizzazione” è la produzione di un valore che non è strettamente legato alla produzione fisica. Si tratta di passare dall’economia del possesso all’economia dell’uso: #payperuse, cioè paghi solo quando lo usi. Non ti vendo la caldaia ma mi paghi l’acqua calda. Non ti vendo una bici ma il tempo che la usi (es. bike sharing). Invece di venderti un nuovo macchinario ti rimetto a posto quello attuale – refitting, refurnishing -, in modo che possa funzionare ancora molti anni.
La figura deputata, il Digital Servitization Manager ha il compito di rendere disponibili strategie e servizi utili per questo cambio di paradigma.
I benefici sono triplici:
per l’azienda: presidio del cliente, opportunità di vendita di servizi a valore aggiunto; ricavi ricorrenti e maggior valore del business (se ne servono da tempo Netflix, BMW, IBM…)
per i clienti: focus sul proprio core business, da capexcapital expenditure a opexoperational expenditure – e minor rischio
per il pianeta: maggior utilizzo del prodotto nel tempo, nessuna obsolescenza programmata e sostenibilità già nel design degli articoli
Servono Strategia ed Execution, innovazione organizzativa e finanziaria, compiti appunto del servitization manager, per il quale sono disponibili (e necessari) corsi di formazione.

Emilio Conti, Senior Consultant in Amapola, società specializzata in comunicazione, osserva preliminarmente che globalizzazione, crisi climatica, crisi internazionali e costi energetici e delle materie prime determinano un’attenzione crescente alla sostenibilità da parte dei consumatori, ma una parallela crisi di fiducia verso l’industria, i decisori pubblici e d’impresa.
La comunicazione ambientale – ha proseguito – è caratterizzata da tre “C”:
• Complessità: a quella dei temi ambientali troppo spesso si somma un approccio che non tiene in considerazione la difficoltà dei nostri interlocutori a decodificare messaggi e concetti associati a stati emotivi di timore o di urgenza: occorre anticipare tutti i possibili interrogativi prima di comunicare.
• Contraddizioni tra indicazioni, credenze ed esigenze personali: un esempio sono gli Italiani in apprensione per l’ambiente ma poi contrari al blocco dei diesel.
• Conflitto che nasce dall’assenza di certezza nelle regole e fragilità politica: “Ok purché non sia nel mio giardino” (sindrome Nimby) oppure “Ok ma non nel mio mandato elettorale” (Nimto).
Nel caso delle imprese si verifica purtroppo spesso il cosiddetto Greenwashing: l’ingiustificata appropriazione di virtù ambientali per creare un’immagine positiva e distogliere l’attenzione dalle proprie responsabilità. Un esempio è la sponsorizzazione del Festival di Sanremo fatta da Eni Plenitude: una promozione dell’uso sostenibile dell’energia fatta da un’azienda il cui business verte al 90% su oil and gas.
Un esempio virtuoso è “La Filippa” discarica sostenibile per rifiuti industriali, nata dall’idea di riprogrammare uno dei luoghi più contestati e renderlo non solo non inquinante, ma dotato di un valore ambientale, economico e sociale per il territorio.
Sara Santori, CEO della Conceria Nuvolari società benefit, sottolinea che la sua è tra le prime aziende del settore a sperimentare un metodo di concia con un livello basso di metalli pesanti, biodegradabile e compostabile carbon neutral (linea di prodotti Nature-l). La sostenibilità è concepita anche come lunga durata del prodotto (linea Graphene leather altamente resistente ed antibatterica) ed in senso più ampio come benessere della persona (linea di prodotti Skingoat iper-traspiranti).
La pelle conciata è un prodotto biobased derivante dal recupero degli scarti di produzione del settore alimentare; Conceria Nuvolari attraverso gli innovativi processi di trattamento (know-how o brevetto proprietario) e amplifica l’aspetto sostenibile da più punti di vista. Il passaggio dal fare al rendicontare l’ha portata alla redazione del Bilancio di sostenibilità volontario (2023 seconda edizione); vanta collaborazioni con diverse università per mantenersi aggiornata su innovazione e sostenibilità, nel 2021 diviene società Benefit.
Gianmaria Cuniberti Mighetti, CEO della Inclean – Soluzioni ecosostenibili per la pulizia professionale, nata 27 anni fa come produttrice di attrezzature per la pulizia professionale, ne ha nel tempo ridefinito la mission aziendale: non solo pulizia ma benessere, valore sociale, e risposte complete alle esigenze dei clienti.
Si vuole dunque non solo offrire un prodotto economico ma anche il più adeguato, efficace e sostenibile. Ad esempio grande attenzione è rivolta agli additivi chimici e ai meccanismi di recupero delle acque.
Il vantaggio competitivo nel proprio settore – è stato osservato in conclusione – si concretizza se lavori bene e lo sai comunicare correttamente. Se il valore aggiunto viene percepito il successo è assicurato.

Gabriella Grazianetti, imprenditrice settore fashion, Founder e CEO della Minimal Path, il cui modello di business, nella consapevolezza che l’industria della moda è una delle più inquinanti, si basa interamente sull’efficientamento delle risorse e sulla circolarità.
Il marchio della società, United Separable, propone un sistema di capi di moda donna, applicando i concetti della modularità: “La nostra vision” ha commentato Grazianetti “vede una stretta correlazione tra sostenibilità e progettazione, in un percorso che porta l’attenzione ai temi ambientali, sociali ed etici; il prodotto finale è un divisible dress composto due parti che possono essere unite, separate e intercambiabili in taglia, grazie a una soluzione brevettata”.
Il tutto è creato con tessuti monofibra sostenibili, facilmente riciclabili e provenienti da una filiera controllata e qualitativa, che valorizza il territorio: previsto infatti anche l’utilizzo di vecchi tessuti tramite recupero da una sartoria sociale
Il processo, che prevede un minor consumo di tessuto, emissioni di CO2 e additivi chimici, è stato valutato positivamente da un Assessment di Assolombarda sulla circolarità ed ha preso in considerazione tutte le fasi di progettazione.

Antonella Mazzoccato, Fondatrice della CRM tools, azienda a conduzione familiare operante nella produzione di utensili industriali, ha evidenziato l’impegno nella sostenibilità socio-ambientale. Un impegno che l’ha portata a conquistare un master su ESGenvironment, social, governance – per acquisire competenze specifiche sulla gestione sostenibile della filiera metalmeccanica e che si è poi articolato in interventi a tutto campo per evitare la fuga di risorse verso la vicina Svizzera (l’impresa ha sede nel Comasco): welfare, formazione, flessibilità, cura del comfort nell’ambiente di lavoro.
I risultati:
• stipendi superiori alla media;
• 6 tipologie di orari per i dipendenti a seconda delle esigenze;
• il riciclo di materiale di scarto, imballaggi riciclati e utilizzo di casse ignifughe;
• Impianto fotovoltaico e differenziazione dei rifiuti;
• un bilancio di sostenibilità;
• passi significativi verso la parità di genere.

Cristian Rocca, Environment Manager e Francesco Vuolo, Researcher della Sacco System, gruppo di imprese attive nella produzione di ingredienti alimentari, agroalimentari e farmaceutici.
La Sacco impresa, virtuosa dal punto di vista sociale ed economico può contare sulla fiducia del mondo esterno, alimentata da un forte impegno nella sostenibilità:
● recupero e riciclo di scarti di produzione e rifiuti
● contratti a tempo indeterminato, con valorizzazione delle donne STEM
● Certificazioni di qualità
● Rendicontazione delle performance in sostenibilità
● Comunicazione proattiva e trasparente
● Rapporto con i fornitori, pratiche di auditing e di anticorruzione.
Importante il recupero dell’acqua che, distillata e fermentata, viene riutilizzata come concime organico: Il 30% delle componenti chimiche è sostituito da brodi esausti con un ulteriore miglioramento di produzione, che porta l’azienda a costituire un ottimo esempio di economia circolare sostenibile e vantaggiosa a livello di produzione.