Seminario Sostenibilità ed Economia Circolare. TAVOLA ROTONDA – 24 maggio 2023

Seminario Sostenibilità ed Economia Circolare. TAVOLA ROTONDA – 24 maggio 2023

Posted by Anna Lavatelli in Blog, News 13 Giu 2023

A chiusura del Seminario è stata organizzata una Tavola Rotonda, condotta dalla nostra Socia Laura Vescovo, e alimentata da alcuni dei Relatori della giornata. Lo scopo era quello di fornire alcuni suggerimenti ai manager di Obiettivo 50 che vogliano diventare consulenti nel settore sostenibilità, individuando approcci, opportunità e attività da seguire per iniziare questo nuovo percorso.

I temi trattati:
– Preparazione, formazione e certificazioni necessarie per diventare consulenti di sostenibilità;
– Difficoltà e resistenze che il consulente si deve preparare ad affrontare;
– Attività prioritarie da svolgere presso le PMI: bilancio di sostenibilità, formazione, certificazione;
– Tipologia di clienti da cercare e motivazioni sulle quali fare leva
– Ruolo, approccio e stile del consulente di sostenibilità per le PMI

Anzi tutto, quali sono le prime cose che deve fare un consulente per avvicinarsi al tema della sostenibilità e dell’economia circolare?
GIACOMO ANDRIOLA, responsabile di Studio Itaca, ha sottolineato che il consulente deve essere molto informato su certificazioni, standard e su tutte le novità in ambito normativo. Allo stesso tempo deve conoscere come funziona il mercato e quali sono i suoi trend. Bisogna apportare alle imprese una nuova consapevolezza supportata da analisi e dati concreti inerenti al settore di riferimento.

La successiva domanda è stata posta a GIOVANNA MENZAGHI, Presidente di Smart Cities Italy: Quello della sostenibilità e in particolare della Mobility, sono settori in grande espansione ma ancora molto acerbi. Quali sono i freni e le difficoltà, all’interno della società e delle aziende, che ne impediscono la diffusione?
La transizione ecologica – è stato affermato – è possibile solo con una parallela transizione culturale. Spesso gli imprenditori rispondono unicamente nel momento in cui si toccano temi economici. Oltre a un’adeguata formazione manca il corretto mindset e la giusta apertura verso il dialogo e il confronto. Ulteriori difficoltà possono essere date dalla tipologia di business, che, se quasi interamente incentrato su fattori non sostenibili, potrebbe dover cambiare completamente con conseguenze spesso inaccettabili per l’imprenditore. Anche la sostenibilità deve essere sostenibile!

Quali sono le attività prioritarie che un consulente dovrebbe proporre ad una PMI per iniziare una consulenza in ambito sostenibilità?
Secondo ANDRIOLA, intanto, il bilancio di sostenibilità, il cui obbligo di legge riguarda per ora solo le grandi aziende, ma si estenderà progressivamente fino alle PMI e alle microimprese, diventando sempre più un prerequisito per lavorare con le grosse aziende e partecipare ai bandi gara, nonché elemento di giudizio da parte delle banche.
Le imprese hanno bisogno inoltre di aiuto a livello di comunicazione e di un supporto operativo consulenziale anche nella gestione di relazioni con gli enti certificatori (es. B corp).

Alla domanda “Qual è l’imprenditore tipo a cui proporre un percorso di sostenibilità e quali motivazioni suggerire per convincere un’azienda a diventare Benefit certificata B.corp? ” ha dato risposta GIANMARIA CUNIBERTI MIGHETTI: L’imprenditore tipo presenta già il mindset corretto.
Si tratta di una persona umile, disponibile a una formazione continua e con un allineamento valoriale.
La figura vincente ha un rapporto dare-avere con il collaboratore, con il quale sa relazionarsi con empatia, mettendosi sullo stesso livello e lavorando con lui.
Bisogna inoltre tenere conto che i tempi sono cambiati e i dipendenti sono attenti al worklife balance ancor più che alla retribuzione.
In alcuni casi è stata già inserita nell’organico la figura specifica di Sustainability Manager.

In quest’ottica, chiediamo all’imprenditrice ANTONELLA MAZZOCCATO Quale dovrebbe essere l’identikit e il ruolo del consulente ideale per le tematiche di sostenibilità?
Attento – è la risposta – lungimirante e con una visione globale, che tenga conto anche della situazione di partenza di un’azienda. È necessario che mantenga la mente ben aperta, e sia predisposto a una formazione continua sul campo (learning by doing), per sviluppare competenze mirate e specifiche da unire alle soft skills.