Dalla “moda modulare” alla consulenza ESG

Dalla “moda modulare” alla consulenza ESG

Posted by Anna Lavatelli in Casi di successo, Casi di successo, News 01 Ott 2025

Intervista a Gabriella Grazianetti, vicepresidente di Obiettivo50

Dal tessile alla consulenza ESG, passando per una filiera sperimentale legata al territorio: il percorso di Gabriella Grazianetti unisce creatività e pragmatismo, visione individuale e scambio collettivo. In questa intervista ci racconta come è nata la sua idea di “moda modulare”, quanto ha contato il confronto con i soci di Obiettivo50 e in che modo oggi la sua esperienza si sia trasformata in una testimonianza utile anche per altri professionisti.

Gabriella, il tuo percorso nasce nel tessile-moda. Da dove è partita l’idea?
È nato tutto come un esperimento di moda modulare: capi trasformabili, capaci di creare più combinazioni con meno risorse. Una sfida creativa che mi ha spinta a passare subito dalla teoria alla pratica. Ho realizzato prototipi e collezioni, costruendo una filiera sperimentale fatta di fornitori e laboratori scelti con cura, realtà del territorio che hanno reso concreto un pro-getto nato come laboratorio creativo.

Quanto ha contato Obiettivo50 nella fase iniziale?
Moltissimo. Alcuni soci, esperti di marketing e comunicazione, mi hanno aiutata nel posizionamento del brand United Separable; altri, con competenze in internazionalizzazione del tessile-moda, mi hanno reso agevole accostarmi a mercati complessi e a dinamiche nuove. In questo modo, un’idea che nasceva come sfida personale ha assunto una prospettiva manageriale più strutturata.

Oltre al supporto operativo, cos’hai trovato in Obiettivo50?
Ho trovato soprattutto un luogo di confronto. Non solo “aiuti” mirati, ma una vera palestra di dialogo e arricchimento reciproco. Ogni fase del mio progetto diventava occasione per condividere aggiornamenti, riflessioni sugli standard EFRAG relativi ai report di sostenibilità, esperienze di filiera e contatti esterni. Non era un semplice passaggio di informazioni da loro a me o rispettivamente da me a loro, ma uno scambio continuo. E questo è ciò che rende speciale Obiettivo50: la possibilità di crescere insieme, in un processo di cross-fertilization di percorsi e competenze.

A un certo punto, però, hai scelto di cambiare rotta. Perché?
Il contesto globale parlava chiaro: produciamo troppo e scartiamo ancora di più. Con mercati in contrazione, tensioni geopolitiche e il cambiamento climatico, ho sentito il bisogno di trasformare il mio progetto in qualcosa di diverso. Non una chiusura, ma un nuovo inizio: una exit strategy che rappresentasse un case study concreto, utile per portare avanti attività di consulenza e diffusione sui temi ESG, sulla circolarità e sui modelli di consumo sostenibile.

Oggi in che direzione ti muovi?
Come ho detto, il laboratorio di prototipi ha lasciato spazio a un lavoro di consulenza. Non parlo più di collezioni, ma di strumenti, metodi, sensibilità. E grazie a Obiettivo50 questo passaggio è diventato collettivo: un percorso che non riguarda solo me, ma che si arricchisce delle esperienze degli altri soci, generando valore condiviso.

Se dovessi sintetizzare in poche parole, qual è il valore di Obiettivo50?
È un moltiplicatore di competenze. Restituisce molto più di quanto ciascuno possa por-tare individualmente. È un luogo dove le esperienze personali diventano patrimonio comune e da cui nascono nuove possibilità di azione. E in un mondo che richiede aggiornamenti continui e un ripensamento profondo dei nostri modelli economici e culturali, questa capacità fa davvero la differenza.

Da percorso a testimonianza
La storia di Gabriella Grazianetti dimostra che un progetto può svilupparsi in modi diversi e diventare, oltre che un’avventura imprenditoriale, anche un’occasione di insegnamento per altri e di arricchimento reciproco. Non solo grazie alla solidità di un’idea, ma attraverso lo studio attento, l’empatia e la voglia di trasmettere e imparare sempre. Oggi il suo contributo in Obiettivo50 non è soltanto quello di una professionista, ma di una manager capace di trasformare il proprio percorso in una risorsa collettiva: un esempio concreto di come la condivisione possa diventare innovazione.