
L’informazione nell’era dell’Intelligenza Artificiale Generativa
Essenziali pensiero critico e soft skill per il migliore uso di questi sistemi – Grandi cambiamenti anche nella ricerca di informazioni online
La Pillola di Sapere del 15 aprile, organizzata da Obiettivo50, ha offerto uno sguardo approfondito su come l’Intelligenza Artificiale generativa stia cambiando il modo in cui cerchiamo, selezioniamo e interpretiamo le informazioni online.
Ad affrontare il tema sono stati: Alberto Accolla, consulente di direzione in innovazione strategica e consigliere di Obiettivo50, con una riflessione sui rischi legati ai bias cognitivi da cui possono essere affetti i sistemi AI e quindi le loro risposte, e sulle relative responsabilità etiche e legali; e Andrea Paternostro, docente di digital marketing e comunicazione in università e istituti di ricerca e formazione, con un focus sull’impatto dell’AI sulle ricerche online, sul comportamento degli utenti/consumatori e sulle strategie di marketing digitale più efficaci per le aziende.
Bias e rischi nell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale generativa
Accolla ha evidenziato come i moderni sistemi di AI quali ChatGPT, Gemini o Perplexity – non restituiscano certezze, ma generino risposte probabilistiche. Ne possono conseguire le cosiddette allucinazioni algoritmiche: risposte verosimili ma sbagliate, derivanti p.es. (ma non solo) da dati non aggiornati o non verificati. Questo accade perché, come sottolineato durante l’intervento, l’AI non ammette mai di non sapere. Non è in grado di sospendere il giudizio, e ciò può portare a disinformazione, errori decisionali e rischi reputazionali, soprattutto in ambito aziendale.
Accolla ha inoltre chiarito che, in assenza di un riconoscimento giuridico dell’AI, eventuali danni, plagi o contenuti errati ricadono su chi formula il prompt. Da qui l’importanza di promuovere un utilizzo consapevole degli strumenti generativi, basato, oltre che ovviamente sulle competenze tecniche, anche sulla verifica attenta delle fonti, su valutazioni etiche e sull’uso di alcune soft skill.
Soft skill e competenze trasversali nell’era dell’AI
Per affrontare con efficacia i cambiamenti portati dall’AI generativa e coglierne al meglio le opportunità sono determinanti alcune soft skill, tra cui in particolare sono state evidenziate durante l’incontro:
• Intelligenza emotiva
• Pensiero critico
• Flessibilità e comunicazione
• Pensiero creativo
• Gestione del tempo
Queste abilità permettono di collaborare in team interdisciplinari, motivare le nuove generazioni, e valorizzare l’esperienza dei professionisti senior. Per manager e consulenti saperle riconoscere e coltivare è oggi un vantaggio competitivo.
Come cambia il comportamento degli utenti nelle ricerche online
Paternostro ha illustrato l’evoluzione del Customer Search Journey, cioè del processo che porta dal primo contatto all’acquisto online di un bene o di un servizio, un processo oggi sempre più frammentato e non lineare. Gli utenti si muovono tra streaming, scrolling, searching e shopping in un processo definito da Google come “messy middle” .
In questo contesto, si possono registrare valutazioni distorte o erronee della realtà (bias): fattori come scarsità percepita del prodotto o servizio cui si è interessati, la disponibilità di consegne rapide e/o gratuite, l’opinione di esperti e le recensioni degli altri utenti condizionano fortemente le scelte.
L’arrivo dell’AI Overview di Google, attiva in Italia da marzo 2025, accentua questi cambiamenti: le risposte sintetiche generate dall’AI vengono mostrate prima dei risultati organici, riducendo drasticamente il CTR (Click-Through Rate, in pratica un parametro che misura l’efficacia di una campagna online) e modificando l’equilibrio della visibilità online.
Come evidenziato da Paternostro, perché un’azienda abbia una visibilità rilevante non basta più una presenza digitale generica: bisogna che l’azienda stessa diventi una fonte autorevole e citabile. I contenuti devono essere coerenti, ben referenziati, verificabili e costruiti su basi solide, poiché sono proprio queste caratteristiche che aumentano la probabilità di essere selezionati dagli algoritmi generativi.
È stata inoltre sottolineata l’importanza di rafforzare anche con l’uso di AI la propria strategia di marketing dosando il mix di strumenti a disposizione:
• Canali proprietari, come siti web, newsletter, materiali informativi, eventi aziendali
• Contenuti “guadagnati” , come menzioni, recensioni, relazioni pubbliche e media coverage
• Contenuti a pagamento, come campagne pubblicitarie, sponsorizzazioni e simili per aumentare visibilità e coerenza nella narrazione digitale
Un digital marketing mix solido e strategico è oggi un elemento chiave per emergere nei nuovi ambienti conversazionali basati su AI
Perché guidare (e non subire) la trasformazione digitale
L’Intelligenza Artificiale Generativa rappresenta una delle trasformazioni tecnologiche più rapide e profonde degli ultimi decenni, paragonabile all’introduzione del computer, ma con una diffusione ancora più accelerata.
Per i Temporary manager e i Consulenti aggiornare le proprie competenze e posizionarsi in modo autorevole all’interno di questo contesto in continua evoluzione è una priorità.
Significa:
• comprendere come cambiano le logiche di ricerca e visibilità online
• investire nella propria reputazione digitale
• diventare un punto di riferimento affidabile e riconosciuto
La vera sfida non è rincorrere l’innovazione, ma guidarla con consapevolezza, etica e visione. Solo così è possibile continuare a generare valore in modo sostenibile, umano e rilevante.